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Extreme E, il campionato internazionale di motorsport dedicato alle corse di SUV elettrici in territori estremi influenzati da cambiamenti climatici ed ambientali, ed Enel Foundation, leader nella transizione energetica, annunciano il primo di cinque progetti di ricerca scientifica in programma a bordo della nave “St. Helena”, la quale navigherà dall’Arabia Saudita al Senegal per connettere le due tappe della competizione automobilistica X Prix. Il progetto sarà a conduzione italiana e sarà guidato da Sarah Magozzi, postdoc presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia Ecologia Biotecnologie Marine con sede al Fano Marine Center.

L’anno scorso Extreme E ed Enel Foundation hanno invitato i ricercatori di tutto il mondo a unirsi al viaggio sulla St. Helena per condurre programmi di ricerca e divulgazione nei luoghi attraversati dalla competizione, concentrandosi sull’analisi degli effetti dei cambiamenti climatici e suggerendo strategie di adattamento e mitigazione dell’impatto.

Il primo dei cinque progetti selezionati si chiama “IsoMed” e si concentra sullo studio della variabilità spaziale di traccianti chimici naturali per ricostruire le migrazioni degli organismi marini e le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla loro ecologia e sui cicli biogeochimici in ambiente marino in Mediterraneo.

Per la sua ricerca, Sarah mira a costruire delle mappe di traccianti chimici naturali presenti nel plancton – piccoli organismi marini che vengono trasportati passivamente dalle correnti – alla base delle reti trofiche marine in Mediterraneo. Queste mappe sono definite “isoscapes” e forniscono un riferimento per l’interpretazione dei valori dei traccianti misurati nei tessuti animali per dedurre aspetti della loro ecologia spaziale e trofica, come migrazioni e dieta. Questo studio consente una maggiore comprensione dell’ecologia delle specie marine e del modo in cui esse sono influenzate dalla crisi climatica.

Molte popolazioni di predatori marini, inclusi squali, razze, orche e delfini, hanno subito un rapido declino a causa dei cambiamenti climatici e altre minacce antropogeniche, come la pesca non sostenibile ed il bycatch, ovvero la cattura accidentale di organismi marini non bersaglio della pesca commerciale. Una gestione e conservazione efficaci delle popolazioni rimanenti richiedono una conoscenza approfondita della loro ecologia spaziale, ma i movimenti dei predatori marini migratori sono difficili da monitorare direttamente.

Questi movimenti possono essere ricostruiti retrospettivamente con gli isotopi stabili, tuttavia non sono ancora stati sviluppati isoscapes per il Mar Mediterraneo. Pertanto, la ricerca di IsoMed è cruciale per lo sviluppo degli isoscapes, che permettono di identificare le regioni chiave per l’approvvigionamento di cibo, l’accoppiamento, la riproduzione e l’accudimento della prole degli organismi marini. Caratteristiche ecologiche condivise nel corso della vita delle specie possono implicare una vulnerabilità condivisa alla pesca e altri impatti antropogenici.

Questa ricerca consentirà inoltre la generazione di isoscapes futuri per gli scenari di cambiamento climatico previsti, i quali verranno utilizzati per prevedere gli effetti della crisi climatica sui cicli biogeochimici marini, nonché sulla struttura e stabilità dell’ecosistema.

Inoltre, assieme al plancton per l’analisi degli isotopi, a bordo di St. Helena verranno raccolte microplastiche e verranno condotti monitoraggi di macroplastiche da Giuseppe Suaria, esperto di inquinamento da plastica e ricercatore presso l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Italiano delle Ricerche. I dati ottenuti verranno utilizzati per validare le stime della distribuzione e abbondanza di plastica nel Mar Mediterraneo, in particolare nel bacino levantino dove mancano dati raccolti sul campo.

Sarah Magozzi, ricercatrice a capo di IsoMed, ha dichiarato: “Siamo molto grati a Extreme E ed Enel Foundation per averci offerto l’opportunità di condurre questa essenziale ricerca sui traccianti chimici naturali in Mediterraneo per studiare le migrazioni degli organismi marini e comprendere gli effetti del cambiamento climatico, della pesca non sostenibile e dell’inquinamento da plastica sulla loro ecologia”.

Durante questa ricerca, Sarah Magozzi sarà supportata da Eric Diaz Delgado, dottorando presso SZN-FMC, Giuseppe Suaria, ricercatore presso ISMAR-CNR, e Trevor Willis, direttore della ricerca presso SZN-FMC.

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