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L’inquinamento dei mari e degli oceani è fonte di forti preoccupazioni. Negli ultimi decenni mari e oceani sono diventati collettori di contaminanti per lo più associati all’attività umana. Agli onori della cronaca recente sicuramente le microplastiche, con 14 milioni di tonnellate di plastica che finiscono negli oceani e nei mari.
Ma le acque marine e oceaniche sono oggetto di un inquinamento ben più esteso, anche in relazione ai cambiamenti climatici.
Per valutare l’impatto delle contaminazioni chimiche, fisiche e microbiologiche sull’ambiente e sulla salute umana l’Istituto Superiore di Sanità e la Marina Militare hanno siglato il 20 maggio 2022 un accordo di collaborazione denominato “Sea Care”. Il programma prevede di realizzare un monitoraggio sistemico, esteso all’intero pianeta degli ambienti marini tramite la raccolta di campioni lungo le rotte della nave scuola Amerigo Vespucci che di altre unità navali della Marina Militare in acque territoriali e internazionali al fine di raccogliere dati sullo stato di salute del mare.
Il progetto, della durata di tre anni, si avvarrà anche del contributo dei ricercatori del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Padova e di ARPA Emilia-Romagna nell’ambito del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente. L’obiettivo è quello di analizzare sotto il profilo sanitario e ambientale, l’impatto di potenziali inquinanti persistenti ed emergenti, come i composti perfluoroalchilici, tristemente noti nella nostra Regione, ma anche di microplastiche, virus e batteri.
Per l’Università di Padova salirà a bordo del gioiello della marina militare Amerigo Vespucci la professoressa Sara Bogialli, docente di Chimica Analitica al DiSC, è coinvolta in vari progetti su tematiche ambientali, soprattutto per il monitoraggio e la gestione del rischio di contaminanti chimici delle acque.
È membro di diversi comitati tecnici consultivi dei Ministeri della Salute e dell’Ambiente; da anni si
interessa di sviluppo di metodi di analisi con tecniche all’avanguardia basate sulla spettrometria di massa per la caratterizzazione e l’analisi di composti chimici nell’ambito dell’ambiente, degli alimenti, della biochimica e della clinica. L’esperienza a bordo dell’Amerigo Vespucci consentirà alla professoressa Bogialli di raccogliere i campioni, mettendo a punto e validando metodiche di riferimento sostenibili sul piano operativo,che i vari partner del progetto analizzeranno; in particolare nei laboratori del DiSC saranno analizzati i campioni di acque per la ricerca dei contaminanti organici emergenti non oggetto di analisi convenzionali, i cosiddetti unknown, perché spesso non abbiamo informazioni sulla loro presenza. Tra gli obiettivi principali del progetto, c’è la proposta di un approccio metodologico uniforme in grado di superare i limiti delle attuali analisi sito-specifiche sull’inquinamento marino, per restituire un quadro complessivo della contaminazione dei nostri mari e di come tutti ciò impatta sulla salute umana.
La campagna di monitoraggio è partita a maggio in oceano Atlantico e prosegue adesso sul Mediterraneo con il Vespucci. La prof.ssa Bogialli salirà a bordo dal porto di Trapani il giorno 23 agosto per proseguire verso il Mar Ionio fino a Taranto; «è un’occasione unica per fotografare lo stato di salute del mare e degli oceani in maniera rigorosa, con approcci standardizzati su un grande numero di indicatori, e su un’area vastissima, mai descritta prima.
Nel progetto sono previste tante competenze diverse per costruire una base dati senza precedenti. Si tratta di una meravigliosa iniziativa anche a livello istituzionale, con decine di ricercatori, anche molto giovani, di Enti diversi che collaborano con la Marina Militare per ampliare le conoscenze e la sensibilizzazione sulla protezione dell’ambiente. Sono onorata di partecipare a questo progetto, e di portare L’Università di Padova su rotte nuove, proprio nell’anno dell’800 imo anniversario», ha dichiarato la professoressa Bogialli.

“Salute dei mari e salute umana: l’ISS e la MM per la Planetary Health” è un programma unico ed innovativo, in grado di studiare il cambiamento climatico e ambientale come concreta minaccia e rischio per i delicati equilibri tra salute umana e stato degli ambienti marini, anche in uno scenario critico come il bacino del Mediterraneo che, rappresenterebbe per la sua estensione e la sua popolosità, un vero e proprio laboratorio a cielo aperto.

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