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In occasione della Giornata mondiale delle Api del 20 maggio, istituita nel 2017 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sull’importanza di questi insetti, ora sotto minaccia di estinzione, l’Ispra ha realizzato il Quaderno “Il declino delle api e degli altri impollinatori. Le risposte alle domande più frequenti” (disponibile a breve sul sito Ispra https://www.isprambiente.gov.it/it). Nel Quaderno vengono forniti alcuni importanti concetti, dati e informazioni sul tema degli impollinatori e del loro declino e delle politiche e misure in atto finora e di quelle che potranno e dovranno essere messe in atto per contrastare questo grave fenomeno. L’Ispra ha inoltre organizzato una tavola rotonda in videoconferenza, alla quale si potrà assistere in differita oggi alle ore 10.30. Quasi il 90% delle piante selvatiche da fiore ha bisogno di impollinatori per riprodursi: api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli. Queste piante sono fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione delle specie e degli habitat e in generale delle diversità biologica, che rappresenta la base della nostra esistenza e delle nostre economie. Nel processo di produzione alimentare, oltre il 75% delle principali colture agrarie beneficia dell’impollinazione, operata da decine di migliaia di specie animali (almeno 16 mila tra gli insetti) in termini di produzione, resa e qualità dei raccolti. Le colture agrarie interessate dall’impollinazione includono cereali, frutta e verdura, essenziali per le diete animali e l’alimentazione umana, nonché combustibili, fibre come cotone e lino e materiali da costruzione. La produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione animale rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari. Secondo una rete di ricerca internazionale, coordinata dall’Istituto di apicoltura dell’Università di Berna, la morte in massa di api in Europa è un problema grave e in aumento di anno in anno. I dati disponibili evidenziano infatti un aumento dal 5% – 10% al 25% – 40% nelle morti invernali delle api e crescenti morie durante il periodo primavera-estate. Il declino degli impollinatori è associato a una serie di fattori che spesso agiscono in sinergia tra loro: distruzione, degradazione e frammentazione degli habitat, inquinamento da agenti fisici e chimici, cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene invasive.

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